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Archive for aprile 2009

Un tavolo di concertazione politica per affrontare il sequestro della cava Bruschi effettuato una quindicina di giorni fa dal Corpo Forestale dello Stato. I lavoratori della cava sono stati ascoltati dal sindaco Aldo Laurenzano, dal vicesindaco Franco Landi e dagli assessori Troisi, Adamo, Di Pietro, Foschi e Tuccia che hanno avuto modo di seguire la vicenda che ha portato alla chiusura della cava atripaldese e di incontrare i lavoratori attualmente impiegati. La proprietà della cava ha spiegato l’iter burocratico e giudiziario che ha portato al sequestro dell’area e alla sospensione dei lavori, illustrando il lavoro che si svolge quotidianamente e i controlli attenti e specifici che sono svolti quotidianamente su tutti i mezzi che scaricano materiale nella cava. Nell’area, al momento dell’arrivo del Corpo forestale dello Stato, si svolgeva non solo attività estrattiva ma anche il recupero ambientale dell’area attraverso interventi diretti. Innanzitutto la piantumazione sui grandoni della cava e, parallelamente, il riempimento del piazzale antistante la zona che esisteva prima che si cominciasse l’attività estrattiva nella cava. E proprio questo è stato il punto di discussione principale attorno al quale è ruotato il confronto: l’idea, infatti, sarebbe quella di riavviare almeno l’attività di recupero ambientale per garantire i circa dodici lavoratori che, attualmente, sono garantiti soltanto fino alla fine del mese di aprile. Da maggio in poi, infatti, gli operai potranno contare soltanto sull’indennità di disoccupazione per dodici mesi come unico ammortizzatore sociale possibile. Al tavolo di discussione anche le rappresentanze sindacali che hanno sollecitato un interessamento dei livelli istituzionali superiori al Comune di Atripalda, il Genio Civile in primis, la Provincia e, ovviamente la Regione. «Questa Amministrazione comunale si impegnerà con tutti i suoi assessori per garantire i lavoratori della cava Bruschi, anche alla luce della grande sensibilità che è stata dimostrata dalla proprietà nel corso della riunione che si è svolta oggi (ieri per chi legge, ndr) – afferma il sindaco – ovviamente il Comune non ha potere diretto per riaprire la cava, visto anche i provvedimenti giudiziari che sono stati presi ma potrà lavorare quanto meno per velocizzare l’iter di ripresa della riqualificazione ambientale che, da un lato, porterebbe benefici concreti al territorio atripaldese e, dall’altro, permetterebbe alla proprietà di salvaguardare i livelli occupazionali attualmente presenti. Così come, del resto, abbiamo fatto con la Clinica Santa Rita, dove il lavoro di dialogo e di concertazione, ci ha permesso non solo di salvare 140 posti di lavoro ma anche di contribuire a creare una nuova prospettiva di lavoro entro la fine dell’anno».

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«Nel giro di novanta giorni, così come previsto dal progetto elaborato dall’ufficio tecnico comunale, il canile sarà adeguato alle prescrizioni che sono state previste dal Servizio veterinario dell’Asl Av2», così il sindaco Laurenzano. Il provvedimento fu necessario dopo che l’ispezione dei veterinari dell’Asl, nello scorso mese di marzo, evidenziò la necessità di alcuni lavori tra cui l’adeguamento delle gabbie nelle quali sono ospitati i cani, dell’ambulatorio veterinario, dei servizi igienici necessari al personale dell’Aipa, nonchè la sostituzione del container che contiene il mangime per i cani. «Rispetto a quelle prescrizioni ci siamo attivati immediatamente, stanziando trentamila euro per gli interventi che prevedono, tra le altre cose, la realizzazione di un nuovo ambulatorio veterinario che ci permetterà di rispettare tutte le prescrizioni che ci sono state avanzate nel termine previsto dei novanta giorni», continua il sindaco. Non solo, l’esecuzione dell’intervento permetterà anche di far decadere l’ordinanza dei Nas che ieri hanno ispezionato il canile e hanno verificato delle inosservanze di alcune norme relativa alla struttura, ovvero la fatiscenza delle gabbie e un sovraffollamento dei cani (189 presenti rispetto ai 150 previsti). I Nas hanno emanato un’ordinanza di sequestro cautelativo e di inibizione di entrata di nuovi cani all’interno della struttura: «Il completamento dei lavori che abbiamo avviato, ci permetterà di superare anche le prescrizioni dei Nas che, in linea di massima, sono quelle che già conoscevamo dopo l’ispezione del servizio veterinario dell’Asl – conclude il sindaco – subito dopo sarà fatta una nuova ispezione per ottenere l’autorizzazione sanitaria. Voglio precisare che il nostro canile ospita i cani provenienti anche dai comuni limitrofi e non solo quelli della cittadina del Sabato».

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Anche il Comune di Atripalda era presente alla manifestazione che si è svolta, ieri mattina, per sostenere i lavoratori cassaintegrati della Fma e degli altri stabilimenti della provincia di Avellino che stanno vivendo periodi di crisi occupazionale. A rappresentare il Comune, il consigliere delegato alle politiche del lavoro Maurizio De Vinco: «La folta presenza di persone e di operai testimonia la grande sensibilità e attenzione che c’è intorno al problema dell’occupazione nella nostra provincia – afferma De Vinco – ho potuto notare negli occhi degli operai, non tanto la disperazione per il momento, quanto la voglia e la grinta di lottare per ottenere il riconoscimento di un diritto fondamentale come quello al lavoro». Il corteo, partito, dal Municipio di Pratola Serra ha visto la presenza di numerosi sindaci e rappresentanti politico – istituzionali: «Queste manifestazioni e questo interesse non deve essere passeggero ed effimero, ma deve rappresentare un impegno costante per la politica e per le istituzioni – continua il delegato comunale – sarebbe importante, ad esempio, organizzare un vero e proprio tavolo che possa gestire l’emergenza e che sia un punto di riferimento per quei lavoratori che, da un momento all’altro, si ritrovano privati del lavoro non per proprie responsabilità». L’emergenza occupazionale, del resto, era stata già affrontata dal Comune di Atripalda e dallo stesso consigliere nel corso di un convegno che mise a confronto il mondo sindacale con quello imprenditoriale. «Nel corso di quell’incontro avemmo modo di focalizzare quelle situazioni occupazionali in Irpinia che sarebbero degenerate con il passare delle settimane – conclude De Vinco – non ci piace essere facili profeti, ma il nostro scopo era ed è quello di mantenere alta l’attenzione dell’emergenza occupazionale e sui possibili risvolti sociali che questa crisi può avere nella provincia di Avellino».

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Una delegazione della Protezione Civile di Atripalda partirà domani mattina, 18 aprile, alla volta di Paganica, una frazione di L’Aquila, gravemente colpita dal sisma dello scorso 7 aprile. I volontari porteranno alle famiglie terremotate derrate alimentare, beni di prima necessità a lunga scadenza ma anche materiale di cancelleria e altri tipi di beni. «La spedizione, al di là dell’importanza che può avere in se stessa, rappresenta un modo per far sentire la nostra vicinanza a quelle popolazioni – spiega il consigliere delegato Maurizio De Vinco che ha fortemente voluto questo viaggio – noi irpini abbiamo provato lo stesso terrore quando tremò la terra trent’anni fa e, allo stesso modo, sappiamo cosa significa vivere nelle baracche e nelle tende e quanto sia importante una parola di conforto o la vicinanza di qualcuno in questi momenti». La piccola carovana atripaldese comprende una quindicina di volontari che hanno lavorato duramente in queste settimane per raccogliere beni e per sensibilizzare la cittadina atripaldese: «Non posso fare altro che ringraziare sia i cittadini che i volontari, i primi per la grande sensibilità dimostrata, i secondi per l’enorme mole di lavoro che hanno svolto in questi giorni – continua De Vinco, organizzatore dell’iniziativa – sappiamo che con questo gesto non riusciremo a risolvere i problemi gravi dell’Abruzzo, ma vogliamo comunque far capire l’importanza della solidarietà, della prevenzione e dell’organizzazione di un corpo di Protezione civile efficace ed efficiente». Purtroppo, anche Atripalda non ha moltissimi fondi da utilizzare per la propria Protezione Civile: «Non abbiamo moltissimi fondi, ma ci siamo organizzati comunque grazie agli sponsor atripaldesi che hanno contribuito alla nascita del gruppo cittadino – continua il consigliere delegato – la Protezione Civile è una cosa seria che non può essere sottovalutata in zone a rischio sismico come la nostra. Purtroppo, sia a livello regionale che statale non c’è quell’attenzione e quei fondi dedicati che sarebbero necessari al suo sviluppo». Con i quindici volontari della Protezione Civile, ci saranno anche il sindaco di Atripalda, Aldo Laurenzano e i vigili urbani Di Rito e D’Agostino in rappresentanza istituzionale del Comune. Di seguito i volontari: Vassallo Giancarlo (il coordinatore dei volontari), Barbati Andrea, Pacilio Costantino, Iannaccone Pellegrino, Mastromarino Bruno, Fraire Ambrogio, Carulli Gianluca, Capaldo Sonia, Marrone Sabino, Romano Antonietta, Russo Carmine, Tomasetti Carla, Tomasetti Anna, Zinco Antonimo, Giannese Rosalba, Contino Amato.

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Sarà in grado di ospitare un campo regolamentare di pallacanestro e tutte le attività sportive previste nel corso delle lezioni, così come studenti e insegnanti richiedevano ormai da molti anni. Il liceo scientifico De Caprariis di Atripalda avrà presto la nuova palestra: un progetto che era ormai bloccato da molti anni e che ha subito un’accelerazione notevole grazie all’interessamento dell’ex Presidente della Provincia Alberta De Simone e, ovviamente, del primo cittadino di Atripalda Aldo Laurenzano. La struttura rientra nella tipologia palestra di tipo B1, ovvero palestre regolamentari da 600 mq. Più i relativi servizi, aperte anche alla comunità extrascolastica, per scuole secondarie di secondo grado (divisibili in tre settori ma utilizzabile da non più di due squadre contemporaneamente). La struttura sarà dotata di ingressi esterni su tre lati oltre ad un accesso diretto dalla scuola al piano terra ed a ridosso del quale saranno ricavati i vari annessi servizi (aula insegnanti, deposito attrezzi e materiali, servizio igienico – sanitari, spogliatoi). La palestra sarà realizzata nell’area antistante il lato sinistro dell’edificio a ridosso del muro di confine esistente e prospiciente l’acquedotto Arin. La pavimentazione non sarà realizzata in parquet, bensì con una pavimentazione sportiva, per palestra coperta, impermealizzabile ed isolante in fibra di vetro resinata sulle due facce, mentre gli infissi esterni sono previsti in alluminio anodizzato elettrocolorato con vetri antisfondamento stratificati e camera a bassa dispersione.

Il progetto iniziale della palestra, che prevedeva una spesa di circa 2.570.000,00 è stato notevolmente ridotto per la difficoltà di reperire nell’immediato tale somma e per la necessità di completare la definitiva funzionalità del liceo, nell’ambito delle somme già finanziate. 

La gara di appalto, di importo complessivo di 820.291.90 euro, di cui 807.871,28 soggetto a ribasso d’asta e 12.420,62 per oneri di sicurezza non soggetto a ribasso, è stata vinta dalla ditta Dla Costruzioni di Avellino. Per la Provincia, il costo della struttura sarà dunque di 577.768,94 euro, mentre il cantiere dovrebbe essere aperto tra la fine del mese di aprile e il mese di maggio.

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Inutile nasconderlo. Mentre in tivvù scorrono le immagini dell’immane tragedia che si è consumata in Abruzzo e a L’Aquila, il pensiero corre, veloce e inesorabile, a quel 23 novembre 1980. Nessuno, come noi atripaldesi, come noi irpini, può capire e tremare, ricordando quell’insopportabile odore di polvere misto a morte che ti invadeva le narici, impedendoti quasi di respirare. Tutto era indefinito nel paradossale e insopportabile silenzio necessario ai soccorritori che scavavano tra le macerie alla ricerca di superstiti. I cani, allora come oggi, guidavano i vigili del fuoco, tirando di qua e di là, annusando la morte.

Un brivido mi ha letteralmente sconquassato all’ennesimo bilancio, piombato come un fulmine a ciel sereno: cento morti, forse. Poi centocinquanta, poi duecento: ogni numero una persona. Ogni numero una famiglia distrutta, un dramma nel dramma.

Gli aquilani del centro storico si accoccolano nelle loro automobili: la loro unica compagnia in queste notti, è stato soltanto il tormento. E la paura. Quanti di noi presenti in questo consiglio comunale, ricordano l’ansia di quelle notti di trenta anni fa, passate tra la paura di nuove scosse e il freddo di un inverno che, prepotentemente e incurante delle tragedie umane, sferzava tutta l’Irpinia. Adesso è primavera, ma non in Abruzzo. Non una rondine che sfrecci. Solo il silenzio. Un silenzio gonfio di disperazione. Rotto solo dal pianto di qualche parente e dal rumore dei caterpillar che affondano le pale tra le rovine tirando su enormi cucchiaiate di quotidianità annientata.

Anche i simboli della città, sono piegati alla forza della natura: la prefettura di L’Aquila si è accasciata su se stessa,  il campanile della chiesa dedicata a San Lorenzo è piegato, ferito, sofferente mentre minaccia di abbattersi sulla vicina chiesetta. Quanti anni abbiamo dovuto aspettare noi per rivivere la chiesa di Sant’Ippolisto. Quanti anni abbiamo dovuto aspettare per poter inaugurare nuovamente la Prefettura della città capoluogo.

Noi possiamo capire la sofferenza che sta accomunando gli aquilani in questo momento.

Non possiamo capire, invece, come sia possibile che certi edifici, costruiti dieci o venti anni fa, siano potuti andare giù. Come fossero stati di cartapesta. Il nostro Paese non può affidarsi più ai santi o alle promesse. Sull’elenco telefonico di Los Angeles appena aperto, come ricorda Gian Antonio Stella, citando Giorgio Dell’Arti, c’è una frase: «Ci saranno sempre terremoti in California». A seguire, tutte le istruzioni su come comportarsi: tenere a portata di mano torce e radio con batterie, una valigetta con il materiale minimo di pronto soccorso, dieci litri d’acqua… Certo, tutto ciò non basta quando la terra trema e ricorda a tutti chi comanda. Ma allora, perché il terremoto, all’estero, in America, in Giappone provoca soltanto timore, mentre in Italia deve avere un effetto così devastante?

E’ mai possibile che, neanche questa volta, siamo stati in grado di limitare i morti? Di contenere i danni? La storia e il sisma del 1980 davvero non ci hanno insegnato nulla? E, invece si, quando le case sono sono costruite con i progetti giusti e gli accorgimenti giusti e i materiali giusti. E nessuno dovrebbe saperlo meglio di noi italiani. Che viviamo in una terra tra le più inquiete del pianeta. E come accadde per noi trenta anni fa, anche adesso tutti giurano che basta, occorre cambiare le regole e bisogna adottare, una volta per tutte, i sistemi che aiutano a limitare i danni e, soprattutto, le morti. Il sisma nella Sicilia Orientale nel dicembre 1990, quello nell’Umbria e nelle Marche del settembre 1997 e quello a San Giuliano di Puglia dell’ottobre 2002… Tutti lutti seguiti da una promessa solenne mai mantenuta.

In questo momento che è stato definito a ragione di tragedia nazionale, di grande sconforto per quelle popolazioni così duramente colpite e costrette a sopravvivere in una tendopoli, il consiglio comunale e la città di Atripalda fa sentire tutto il suo calore, la sua vicinanza, la sua solidarietà. Adesso è giunto il momento di far sentire la nostra presenza non solo moralmente ma anche materialmente per contribuire a ridare forza, entusiasmo, voglia di vivere. Aiutiamoli a tenere accesa la luce della speranza.

In questo momento, la nostra Misericordia, nata all’indomani del terremoto del 1980, è in prima linea in Abruzzo: dieci volontari stanno distribuendo pasti caldi, prestando i primi soccorsi agli sfollati. A loro va il mio ringraziamento e tutta la mia stima per quanto stanno facendo. La Protezione civile atripaldese ha convocato una riunione d’urgenza, che si sta svolgendo in questo momento, per preparare un piano di emergenza e di aiuto alle popolazioni dell’Abruzzo colpite dal sisma. Al consigliere Maurizio De Vinco e a tutti i volontari non farò mancare il mio convinto sostegno. Numerose iniziative, intanto, si stanno rincorrendo in tutta la Provincia: sono certo che gli atripaldesi e gli irpini, popolazioni fiere e solidali, non faranno mancare il loro supporto.

Credo, anzi sono convinto che tutti voi consiglieri vivete stati d’animo comuni per una tragedia che lascia attoniti e impotenti. Vi invito ad esprimere il vostro pensiero, non prima, però, di aver rispettato un minuto di silenzio per ricordare le vittime del terremoto in Abruzzo. 

 

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La giunta comunale ha approvato le linee di indirizzo per l’affidamento della gestione ordinaria del Centro Servizi Pmi di San Lorenzo. «Si tratta di un passo fondamentale e propedeutico rispetto al programma di valorizzazione del patrimonio immobiliare del Comune – spiega il primo cittadino Aldo Laurenzano – che ci permetterà di affidare la gestione del Centro Servizi tramite un apposito bando di gara». Particolarmente articolato il disciplinare che è stato predisposto dalla giunta comunale che ha lo scopo di preservare le attività che possono essere realizzate nella struttura: quella fieristica ed organizzazione eventi, servizi alle imprese, formazione, congressi, finalità istituzionali e politiche, somministrazione alimenti e bevande negli ambienti del centro destinati all’uopo. Per quanto riguarda la durata della gestione, la giunta l’ha determinata in nove anni, rinnovabile per altri nove previa richiesta dell’aggiudicatario. Al bando per l’affidamento in concessione del Centro Servizi lavorerà il Settore Patrimonio e lo stesso sarà aperto a imprenditori individuali, società commerciali, cooperative e consortili, consorzi, associazioni costituite nella forma di legge. Molto restrittivi anche i requisiti di capacità economiche e finanziarie che i partecipanti al bando dovranno presentare oltre ad un particolareggiato progetto tecnico. Il proponente dovrà formulare un’offerta economica che dovrà contenere un canone annuo che si intende offrire al Comune non inferiore a sessantamila euro all’anno e i servizi aggiuntivi che si intende fornire all’Amministrazione con eventuali prezzi da applicare. Anche in questo caso, l’offerta presentata sarà valutata in base ad alcuni criteri che terranno conto di tutte le specifiche del proponente.  Soddisfazione è stata espressa da tutta la giunta e anche dal consigliere delegato alla stessa struttura Maurizio de Vinco. «Le direttive per la redazione del bando di concessione approvate dalla giunta vanno in direzione del piano di valorizzazione approvato nel corso dell’ultimo consiglio comunale – continua il sindaco – a testimonianza della volontà dell’Amministrazione e del grande lavoro che stiamo realizzando nell’interesse collettivo. Le linee guida tengono conto del regolamento per l’utilizzo dei beni comunali approvato nello scorso mese di maggio e che prevedono che il Centro Pmi possa essere utilizzato per conferenze, convegni manifestazioni ambientalistiche, culturali, umanitarie, educative, nonchè cordi di formazione e di aggiornamento».

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Un progetto esecutivo per migliorare le condizioni degli istituti scolastici atripaldesi sotto il profilo della normativa sulla sicurezza ed igiene dei luoghi di lavoro e per abbattere le barriere architettoniche. E’ stato approvato dalla giunta Laurenzano su proposta dell’assessore ai lavori pubblici Tony Troisi che ha presentato il progetto elaborato dai dipendenti dell’ufficio tecnico. Il lavoro è stato presentato all’Inail che, in via sperimentale, approverà i lavori per il triennio 2007-2009. Il progetto esecutivo che riprende quasi completamente quello definitivo è mirato principalmente alla scuola media Masi, nella quale si provvederà ad attenuare ed eliminare i rischi legati alla caduta di elementi dall’alto per instabilità di intonato o di finestre, il rischio incendio ed emergenza, quello elettrico, le barriere architettoniche e altri rischi diversi. La relazione presentata alla giunta e, in un secondo momento anche all’Inail spiega, nei dettagli, anche gli interventi che saranno realizzati nella palestra della scuola media, nella quale sarà effettuato il risanamento del calcestruzzo al cornicione della palestra e al blocco uffici. Inoltre, saranno riorganizzati i versi di apertura delle porte e dei serramenti per ottemperare alle disposizioni di emergenza in caso di esodo. Infine, è intenzione dell’Amministrazione comunale, realizzare tre nuove rampe di accesso per i diversamente abili ai corpi di fabbrica oggetto di interventi.

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«Il Parco Scolastico del Mezzogiorno rappresenta un’occasione unica per la nostra cittadina sia in prospettiva per i benefici che porterà concretamente ad Atripalda che attualmente grazie anche ad eventi collegati come Exporienta che ha riscosso un successo clamoroso a livello provinciale», così il primo cittadino Aldo Laurenzano. La tre giorni di Exporienta, infatti, si è chiusa con la presentazione del Parco Scolastico del Mezzogiorno che coinvolgerà Atripalda direttamente, in quanto sede del polo turistico – scolastico, iniziativa curata dalla Bimed e che ha visto interessata anche l’Amministrazione atripaldese con l’assessore Giacomo Foschi che ha partecipato agli incontri propedeutici che si sono svolti nei mesi scorsi. «Il Governatore Bassolino ci ha promesso che il Parco scolastico del Mezzogiorno sarà finanziato a breve e si è detto convinto che l’iniziativa rappresenta un’occasione importante per il Sud e un’iniziativa trainante per la formazione e la scuola di tutto il Mezzogiorno. In una situazione di disagio totale che stiamo vivendo, il Parco scolastico rappresenta una modalità di crescita differente rispetto al passato», ha spiegato Andrea Iovino nel corso del convegno conclusivo nel Centro Servizi di San Lorenzo, auspicando una prospettiva comune tra scuola, istituzioni e mondo dell’impresa. «Il Parco scolastico rappresenta una vera e propria rete scolastica virtuale che metterà Atripalda al centro di un modello di gestione dei sistemi educativi territoriali, grazie alla realizzazione di una serie di poli formativi che coinvolgeranno comuni ed operatori in nove comuni della Regione Campania – continua il sindaco – un’occasione importante che porterà sviluppo e crescita culturale per i giovani atripaldesi e anche un’occasione di confronto importante per crescere nel mondo del lavoro». «I giovani avvertono una situazione di inserimento lavorativo molto difficile e con poche prospettive rispetto al passato – continua Iovino – è quanto è emerso nel corso delle tavole rotonde di Exporienta. Ci sono una serie di diritti negati, dovuti al fatto che non riusciamo ad applicare concretamente i principi della nostra Costituzione nel Mezzogiorno, ecco perchè dobbiamo immaginare un confronto sostanziale che possa riportare il Paese al centro della discussione sul concetto di civiltà formale». «Durante Exporienta ho notato con piacere il grande interesse e la forte partecipazione dei giovani alle attività proposte – continua il sindaco – ciò denota una grande voglia di essere protagonisti del proprio futuro e la richiesta attenta e sensibile di maggiori informazioni sulle prospettive che la società e il mondo delle università propongono. Il salone ha rappresentato anche un’ottima occasione per discutere e ragionare sugli spettri che la società moderna proietta sul futuro dei giovani: ne è emerso che la crisi può essere gestita e può rappresentare anche un’occasione di crescita formativa per gli stessi giovani».

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